lunedì 21 novembre 2016

Presentazione

La scighera, la tipica nebbia meneghina, ormai diventa sempre più rara a Milano e, se da una parte gli autunni sono così un po' più nitidi, la conoscenza del patrimonio milanese rimane ancora troppo avvolta nei vapori del passato e dell’oblio.

La storia non è stata clemente con Milano: devastata da Attila, dall’ostrogoto Uraia e dal
Barbarossa, fu poi sconvolta dai radicali sventramenti operati a partire dall'Unità d'Italia fino agli anni ’40 del Novecento per subire subito dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale.

Facendo una rapida escursione in centro si potrebbe pensare che ci sia poco altro fuori dal triangolo Castello-Duomo-Monte Napoleone degno di nota o di attenzione. Milano non è una città che parla sempre per sé del proprio patrimonio come fanno Firenze, Venezia o Roma, eppure ci sono epoche in cui lo fece: Ausonio ne intessé le lodi nel IV secolo, Bonvesin de la Riva la esaltò agli albori dell'epoca viscontea e Stendhal se ne innamorò profondamente.

Il pragmatismo milanese ha lasciato indietro le vicende ed i gioielli (spesso nascosti) della città, arricchendola al contempo con una nuova Esposizione Universale e quartieri all’avanguardia come Porta Nuova o CityLife. Questo movimento sembra aver risvegliato l'identità del capoluogo lombardo, ora sempre più consapevole della propria bellezza e desiderabilità. Noi al contempo ne rivisiteremo insieme gli antichi fulcri del potere, i luoghi curiosi, i personaggi dimenticati e le perle più o meno invisibili per diradare un po’ le nebbie che ne offuscano i ricordi.

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