martedì 28 febbraio 2017

La vecchia Milano: via Bagnera e le Cinque Vie



Via Bagnera
Usciti dalla chiesa di San Giorgio, è ora di andare a visitare la Milano che precedeva gli sventramenti urbani iniziati nell’Ottocento. Questa è una città di viuzze, caseggiati stretti fra di loro, poco verde e una certa sovrabbondanza di chiesette.
 
All’angolo nordovest di Piazza San Giorgio inizia via Bagnera, il più stretto vicolo di questa zona (anche se, con mia somma sorpresa, ho visto un furgoncino compiere l’improbabile attraversamento). Proprio qui aveva il suo magazzino Antonio Boggia, il “mostro di stretta Bagnera” (dall’antico nome del vicolo); costui si era trasferito a Milano e aveva infine preso residenza nel 1831 in un appartamento nella vicina via Nerino, di proprietà di Ester Perrocchio (che abitava poco lontano, in via Santa Marta). Quando nel 1859 costei sparì, il figlio Giovanni Maurier

lunedì 20 febbraio 2017

Le palme di Piazza Duomo


Per quanto strano possa sembrare, le palme recentemente piantumate nell’aiuola di Piazza del Duomo (a cui si aggiungeranno dei banani) non sono una così grande novità: altre palme esistevano nella stessa posizione pochi anni prima che la monumentale statua equestre di Vittorio Emanuele II facesse la sua comparsa nel 1896 e, quando questa era ancora decorata con un po’ di verde, era circondata da altre piccole palme. Il XXI è il terzo secolo consecutivo in cui questa tipologia di alberi fa mostra di sé nella

giovedì 9 febbraio 2017

San Giorgio al Palazzo: una sede del potere



Passeggiando lungo via Torino si incontra quella riuscitissima combinazione di barocco e neoclassicismo che è la chiesa di San Giorgio al Palazzo.


La leggenda vuole che il primo nucleo fosse stato fondato dal vescovo Anatalone sopra un vecchio tempio di Mercurio, nei pressi del palazzo imperiale (a cui si riferisce il nome attuale della chiesa), ma la storia racconta che fu san Natale a metà dell’VIII secolo a creare la prima chiesa. L’edificio

venerdì 3 febbraio 2017

Il caso dei facchini a Milano



L'arca di sant'Aquilino
Se nell’ultimo post abbiamo parlato dell’origine romana della cappella di sant'Aquilino, questa volta ricorderemo che il santo a cui la cappella è dedicata è anche il patrono dei facchini.

All’inizio dell’XI secolo questo canonico tedesco fu trafitto alla gola da alcuni catari, contro i quali aveva l’abitudine di predicare; il martire fu ritrovato in una roggia da un gruppo di facchini, che lo portarono con un corteo guidato dall’arcivescovo nella cappella, che all’epoca era dedicata a san Genesio. Da quel giorno il santo è patrono dei facchini e il 29 gennaio (giorno dedicato al santo) si organizzava la processione patrocinata dalla corporazione facchini della Balla; questa partiva dalla scomparsa Sant’Ambrogio alla Palla (in via san Maurilio, dove era stato trovato il corpo) e giungeva a San Lorenzo, dove era offerto un otre d’olio per