domenica 21 maggio 2017
Una cittadella borromea
Quando si sta al centro delle Cinque Vie, se si guarda il palazzo marroncino della BPS si nota sopra al quarto arco un piccolo stemma con inscritta la parola humilitas, che ci fa iniziare il viaggio nel mondo dei Borromeo a Milano.
Procedendo lungo via Santa Maria Podone si ha sulla sinistra la casa dello scrittore dialettale Gaetano Crespi (si noti la targa in milanese, l’unica in città) e presto si arriva a lato della chiesa di Santa Maria Podone; questa chiesa trae il nome da Verolfo “Pedone”, il proprietario franco del terreno che vuole la costruzione della prima chiesetta. Nel Quattrocento Vitaliano Borromeo acquista gran parte dell’area circostante, fa demolire diverse case per creare l’attuale piazza e riesce ad ottenere il patronato sulla chiesa che fa restaurare ed ampliare con varie cappelle. Purtroppo non è possibile
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La famiglia Borromeo
L'intricato stemma dei Borromeo Arese |
Non posso parlare della prossima visita senza prima
presentare i protagonisti che hanno costruito quella parte di Milano: i
Borromeo.
Questi erano banchieri e mercanti toscani che si trasferirono nella seconda metà del Trecento in Norditalia, dove l’ultimo Visconti, Filippo Maria, nominò nel 1445 Vitaliano conte di Arona (oggi sul Lago Maggiore ma all’epoca parte del ducato milanese). Vitaliano contribuì, alla morte del Visconti due anni dopo, a proclamare il ritorno al regime comunale con l’Aurea Repubblica Ambrosiana e ne divenne uno dei capitani, pur sostenendo in seguito il condottiero Francesco Sforza che, essendo sposato con la figlia illegittima del defunto duca, decise di rivendicare il ducato. Il figlio di Vitaliano, Filippo, si vide confermare nel 1450 tutti i titoli e le proprietà dal nuovo duca. Col tempo i
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