Quando si sta al centro delle Cinque Vie, se si guarda il
palazzo marroncino della BPS si nota sopra al quarto arco un piccolo stemma con
inscritta la parola
humilitas, che ci
fa iniziare il viaggio nel mondo dei
Borromeo a Milano.
Procedendo lungo via
Santa Maria Podone si ha sulla sinistra la casa dello scrittore dialettale
Gaetano Crespi (si noti la targa in milanese, l’unica in citt
à)
e presto si arriva a lato della chiesa di Santa Maria Podone; questa chiesa
trae il nome da Verolfo “Pedone”, il proprietario franco del terreno che vuole la
costruzione della prima chiesetta. Nel Quattrocento Vitaliano Borromeo acquista
gran parte dell’area circostante, fa demolire diverse case per creare l’attuale
piazza e riesce ad ottenere il patronato sulla chiesa che fa restaurare ed
ampliare con varie cappelle. Purtroppo non
è possibile
scattare foto dell’interno,
ma dietro il portone c’
è una bellissima rappresentazione del motto di famiglia
realizzata in intarsi di marmi colorati. Un’altra testimonianza dei Borromeo si
trova nella statua a destra del portale: la croce di san Carlo, fatta costruire
nel 1624 dall’arcivescovo milanese Federico Borromeo in onore del cugino
santificato da poco. Questo monumento si trovava nel vicino Cordusio fino al
1786, quando fu portata nel luogo attuale.
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Humilitas sopra l'arco |
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Santa Maria Podone |
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La croce di san Carlo e la cappella Borromeo |
Come detto in precedenza, i lavori in questa zona iniziarono
alla fine del Trecento, quando Vitaliano comperò gran parte della zona; fece
aprire la piazza della Santissima Annunciata (oggi piazza Borromeo) per poter
andare comodamente dal suo palazzo alla chiesa ormai di famiglia e organizzare
eventi mondani; la via che collega la piazza a via Santa Maria alla Porta si
chiama via Borromei proprio per questo. Fra la chiesa e palazzo Borromeo sorge
palazzo Castelli (prima Molinari), comprato e ampliato sempre dai Borromeo nel
1857 e per questo recante il loro stemma sopra il balcone.
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Marc'Antonio Dal Re, la piazza nel '700 |
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Angelo Inganni, la piazza nel 1846 |
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Palazzo Borromeo |
L’altro edificio di pregio della piazza
è
ovviamente palazzo Borromeo. Iniziato alla fine del Trecento, esso
è una
delle rare dimore gotiche ancora esistenti a Milano e presenta due cortili. Il
tempo e l’umidit
à purtroppo hanno seriamente compromesso gli affreschi dello
splendido ciclo dei Giochi Borromeo, opera della scuola di Michelino da
Besozzo. Il ciclo rappresenta dei giovani che si svagano praticando il gioco della
palmata (una sorta di schiaffo del soldato), della palla (paragonabile all’odierno
softball) e i tarocchi (cio
è le carte); ormai i toni sono tutti
sul rosso della sinopia, ma all’epoca dovevano presentare figure in abiti dai
colori vivaci sotto un cielo blu lapislazzulo. Il complesso del palazzo era
anche arricchito da una torretta per osservare il cielo, ma l’edificio venne
pesantemente danneggiato dai bombardamenti del 1943 ed essa fu una delle varie
parti perse assieme ai soffitti in legno dipinti. L’architetto Ferdinando Reggiori
si occup
ò
dei restauri, che hanno fatto il possibile per restituire gli ambienti d’origine.
Il portale reca la raffigurazione del cammello dei Borromeo ed
è
realizzato in parte in marmo di Candoglia (quello del duomo), mentre nel
cortile d’onore si pu
ò apprezzare la bella decorazione composta dal motto dei
Borromeo intrecciato con degli anelli a dei frutti di cedro (l’agrume, non la forse
pi
ù
nota conifera libanese);
con mio rammarico non è possibile fare foto neanche
all’interno di questo palazzo, quindi rimando alla fotografia del cortile di
Giovanni Dall’Orto per farsi un’idea ed alla
scheda di Luca Scalco per le
immagini del ciclo di affreschi.
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Cortile d'onore, G. Dall'Orto |
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La torretta alla fine dell'800 |
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Il cortile d'onore dopo i bombardamenti |
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Il medesimo cortile visto dall'interno |
Approfondimenti
Palazzo Borromeo - complesso
Capitolo di Santa Maria Podone
Reminiscenza di storia ed arte
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