domenica 21 maggio 2017

Una cittadella borromea


Quando si sta al centro delle Cinque Vie, se si guarda il palazzo marroncino della BPS si nota sopra al quarto arco un piccolo stemma con inscritta la parola humilitas, che ci fa iniziare il viaggio nel mondo dei Borromeo a Milano.

Procedendo lungo via Santa Maria Podone si ha sulla sinistra la casa dello scrittore dialettale Gaetano Crespi (si noti la targa in milanese, l’unica in città) e presto si arriva a lato della chiesa di Santa Maria Podone; questa chiesa trae il nome da Verolfo “Pedone”, il proprietario franco del terreno che vuole la costruzione della prima chiesetta. Nel Quattrocento Vitaliano Borromeo acquista gran parte dell’area circostante, fa demolire diverse case per creare l’attuale piazza e riesce ad ottenere il patronato sulla chiesa che fa restaurare ed ampliare con varie cappelle. Purtroppo non è possibile
scattare foto dell’interno, ma dietro il portone c’è una bellissima rappresentazione del motto di famiglia realizzata in intarsi di marmi colorati. Un’altra testimonianza dei Borromeo si trova nella statua a destra del portale: la croce di san Carlo, fatta costruire nel 1624 dall’arcivescovo milanese Federico Borromeo in onore del cugino santificato da poco. Questo monumento si trovava nel vicino Cordusio fino al 1786, quando fu portata nel luogo attuale.

Humilitas sopra l'arco

Santa Maria Podone
La croce di san Carlo e la cappella Borromeo

Come detto in precedenza, i lavori in questa zona iniziarono alla fine del Trecento, quando Vitaliano comperò gran parte della zona; fece aprire la piazza della Santissima Annunciata (oggi piazza Borromeo) per poter andare comodamente dal suo palazzo alla chiesa ormai di famiglia e organizzare eventi mondani; la via che collega la piazza a via Santa Maria alla Porta si chiama via Borromei proprio per questo. Fra la chiesa e palazzo Borromeo sorge palazzo Castelli (prima Molinari), comprato e ampliato sempre dai Borromeo nel 1857 e per questo recante il loro stemma sopra il balcone.

Marc'Antonio Dal Re, la piazza nel '700
Angelo Inganni, la piazza nel 1846

Palazzo Borromeo
L’altro edificio di pregio della piazza è ovviamente palazzo Borromeo. Iniziato alla fine del Trecento, esso è una delle rare dimore gotiche ancora esistenti a Milano e presenta due cortili. Il tempo e l’umidità purtroppo hanno seriamente compromesso gli affreschi dello splendido ciclo dei Giochi Borromeo, opera della scuola di Michelino da Besozzo. Il ciclo rappresenta dei giovani che si svagano praticando il gioco della palmata (una sorta di schiaffo del soldato), della palla (paragonabile all’odierno softball) e i tarocchi (cioè le carte); ormai i toni sono tutti sul rosso della sinopia, ma all’epoca dovevano presentare figure in abiti dai colori vivaci sotto un cielo blu lapislazzulo. Il complesso del palazzo era anche arricchito da una torretta per osservare il cielo, ma l’edificio venne pesantemente danneggiato dai bombardamenti del 1943 ed essa fu una delle varie parti perse assieme ai soffitti in legno dipinti. L’architetto Ferdinando Reggiori si occupò dei restauri, che hanno fatto il possibile per restituire gli ambienti d’origine. Il portale reca la raffigurazione del cammello dei Borromeo ed è realizzato in parte in marmo di Candoglia (quello del duomo), mentre nel cortile d’onore si può apprezzare la bella decorazione composta dal motto dei Borromeo intrecciato con degli anelli a dei frutti di cedro (l’agrume, non la forse più nota conifera libanese); con mio rammarico non è possibile fare foto neanche all’interno di questo palazzo, quindi rimando alla fotografia del cortile di Giovanni Dall’Orto per farsi un’idea ed alla scheda di Luca Scalco per le immagini del ciclo di affreschi.
Cortile d'onore, G. Dall'Orto
La torretta alla fine dell'800
Il cortile d'onore dopo i bombardamenti
Il medesimo cortile visto dall'interno

Approfondimenti

Palazzo Borromeo - complesso
Capitolo di Santa Maria Podone
Reminiscenza di storia ed arte 

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