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sabato 13 gennaio 2018

Fra rovine ed arte: il Giardino Calderini



I resti di Casa Corio

Prendendo via Sant’Agnese da corso Magenta ci si imbatte, subito prima dell’ex caserma Garibaldi, in un insospettabile angolo di Milano: qui storia, arte e verde si incontrano in un modo suggestivo e pacifico.

La prima cosa che colpisce l’occhio è uno strano rudere: questo era il palazzo rinascimentale voluto da Giovanni Angelo Corio, membro di uno dei rami dell’importante famiglia della corte degli Sforza. I bombardamenti della seconda guerra mondiale

lunedì 9 ottobre 2017

La finestra sulla Mediolanum imperiale



Testa di Massimiano
Il 285 d.C. è un grande anno per Mediolanum. Dopo i tempi difficili della crisi del III secolo, in cui qualsiasi generale poteva essere eletto imperatore dalle proprie legioni, i pretoriani facevano e disfavano Cesari e c’erano continui tentativi di secessione di intere province, arriva nel 284 un nuovo e deciso sovrano: Diocleziano. L’anno successivo l'imperatore decide che, per meglio amministrare l’enorme e sconvolto territorio romano, è necessario associarsi un uomo di fiducia. Questi è Massimiano, che gestirà la metà occidentale dell’impero da Milano (maggiormente vicina ai confini da difendere); Diocleziano si concentrerà sull’oriente da Nicomedia, lontana dall’ormai debole senato di Roma. Massimiano comincia enormi lavori per rendere Milano una residenza degna di lui: amplia le terme costruite da Commodo, fa edificare un enorme circo per le corse di cavalli, dà inizio ai lavori per il complesso del palazzo imperiale ed espande la cinta muraria per inglobare questi nuovi monumenti. In un angolo di città fra corso Magenta e

venerdì 30 giugno 2017

Le caseforti di Milano



Sebbene non sia turrita quanto San Gimignano o Bologna, è ancora possibile imbattersi a Milano nelle dimore fortificate così tipiche del medioevo italiano. Le faide tra famiglie certo non mancavano, quindi chi poteva non disdegnava avere un palazzo con tanto di torre per sorvegliare il vicinato ed eventualmente rifugiarvisi in caso di attacco; potevano però avere anche scopo estetico o semplicemente sfruttare gli spazi in verticale, preziosi in una città densamente abitata.

Quelle che rimangono oggi sono abbastanza localizzate, ma le casetorri erano sparpagliate un po’ per tutta la città. Non parlerò in questo post delle abitazioni costruite dentro alle torri delle porte medievali abbandonate né di quelle erette dal governo o ancora di quelle a scopo non difensivo (come i belvederi). La prima che incontreremo oggi è casa Moriggi, in ristrutturazione e di gran lunga quella meglio conservata assieme al proprio palazzo; la torre è bassomedievale e fu accorpata solo nel Trecento all’eclettico insieme di edifici che ora compongono palazzo Moriggi. Il complesso in

domenica 21 maggio 2017

Una cittadella borromea


Quando si sta al centro delle Cinque Vie, se si guarda il palazzo marroncino della BPS si nota sopra al quarto arco un piccolo stemma con inscritta la parola humilitas, che ci fa iniziare il viaggio nel mondo dei Borromeo a Milano.

Procedendo lungo via Santa Maria Podone si ha sulla sinistra la casa dello scrittore dialettale Gaetano Crespi (si noti la targa in milanese, l’unica in città) e presto si arriva a lato della chiesa di Santa Maria Podone; questa chiesa trae il nome da Verolfo “Pedone”, il proprietario franco del terreno che vuole la costruzione della prima chiesetta. Nel Quattrocento Vitaliano Borromeo acquista gran parte dell’area circostante, fa demolire diverse case per creare l’attuale piazza e riesce ad ottenere il patronato sulla chiesa che fa restaurare ed ampliare con varie cappelle. Purtroppo non è possibile