domenica 31 dicembre 2017

I tesori del Centro Italia in mostra per la fine dell'anno



Quest’anno si festeggia il decennale della mostra natalizia di arte a Palazzo Marino con la Pala Gozzi di Ancona. Lavoro di Tiziano, la pala raffigura il committente Alvise Gozzi che contempla con san Francesco e san Biagio la Madonna in gloria. Gozzi era un facoltoso mercante di Ragusa (oggi Dubrovnik) che faceva affari ad Ancona e alla quale dona la pala dopo aver fatto ristrutturare San Francesco ad Alto; Tiziano dipinge l’opera nel 1520 e non esita a raffigurare sullo sfondo la sua Venezia, che forma così una triade delle repubbliche marinare dell’Adriatico: Ragusa (con il patrono san Biagio), Ancona (con l’eponimo della chiesa di San Francesco ad Alto) e Venezia stessa. È bello poter vedere anche il retro della pala, in quanto vi sono diverse caricature

venerdì 22 dicembre 2017

L'impronta dei Medici a Milano



Cappella dei Magi, corteo con Medici e Sforza
È il 1435 quando Francesco Sforza, il più dotato dei capitani di ventura al soldo del duca Filippo Maria Visconti, fa un voltafaccia come tanti del mestiere: senza questo la storia avrebbe preso un corso molto diverso, perché a Firenze lo Sforza si fece un amico potente ed insperato in Cosimo de’ Medici. Giostrandosi fra l’ex datore di lavoro e l’alleanza antimilanese capeggiata da Venezia e Firenze, Francesco ottiene il matrimonio di Bianca Maria Visconti, figlia di Filippo Maria, e ottiene l’alleanza di Firenze contro la Serenissima con la quale aveva cominciato una nuova rivalità. Nel 1450 finalmente Francesco Sforza diventa duca di Milano e ricompensa ampiamente Cosimo: nel 1952 i Medici aprono

venerdì 15 dicembre 2017

Le citazioni artistiche di San Maurizio



Oltre ad essere bella, la chiesa di San Maurizio è anche l’interessante scrigno dei gusti del Cinquecento; se Bernardino Luini è un leonardesco, suo figlio Aurelio aggiunge a questo un gusto manierista e fiammingo, mentre Simone Peterzano introduce le idee di Tiziano a Milano.

Gli artisti riprendono o omaggiano vari maestri dell’epoca in molti punti di San Maurizio; Aurelio Luini raffigura ai lati della cappella Bentivoglio sinistra gli apostoli del Cenacolo Vinciano, con la loro inconfondibile gestualità.
Cappella Bentivoglio

lunedì 20 novembre 2017

La Sistina di Milano: San Maurizio al Monastero Maggiore (2/2)



È difficile non restare a bocca aperta entrando a San Maurizio: non c’è centimetro quadrato dell’edificio che non sia affrescato eccetto dove il Nirone, che scorre sotto la chiesa, ha fatto scrostare le pareti. Questi affreschi, oltre ad essere belli, ci parlano dei potenti individui dell’epoca e dei virtuosi pittori che erano apprezzati nella Milano cinquecentesca.

Ai lati della porta si innalzano gli affreschi dell’ultima campagna pittorica originaria del 1573, per mano di Simone Peterzano (allievo di Tiziano e maestro di Caravaggio). È curioso il contrasto delle scene, in quanto sulla metà a

lunedì 6 novembre 2017

Bianca Maria Scapardone, una femme fatale rinascimentale



Santa Caterina o la contessa di Challant
Prima di continuare con la chiesa di San Maurizio, introdurrò un personaggio coinvolto nella storia di questa chiesa e con la famiglia Bentivoglio (i maggiori contributori alle decorazioni interne). La tradizione vuole che nella cappella di santa Caterina, dove è rappresentata la santa nel momento della sua decapitazione, si possano riconoscere i tratti di una donna che ne condivide la sorte: Bianca Maria Scapardone, contessa di Challant e femme fatale del rinascimento milanese.

Questa era nata attorno al 1500 nel Monferrato da una ricca famiglia e si era sposata giovanissima con Ermes Visconti, membro di un ramo cadetto della dinastia; si trasferisce perciò a Milano, dove entra con grandissimo sfarzo in una carrozza dorata dono del cognato Francesco. È straordinariamente bella e vivace (in più il padre muore pochi mesi dopo, lasciandole un patrimonio ancora più

martedì 31 ottobre 2017

La Sistina di Milano: San Maurizio al Monastero Maggiore (1/2)



Pianta ottocentesca del monastero
Come con molti edifici di Milano, è difficile oggi immaginare che San Maurizio fosse a suo tempo il più grande monastero femminile della città. Vediamo cosa ne rimane.

Iniziamo con la storia, per dare un po’ di contesto. L’area dove sorge il monastero almeno dall’VIII secolo era occupata pochi secoli prima dai carceres dell’antico circo romano, di cui ricicla una torre per il campanile mentre un’altra torre della cinta muraria diventa una cappella. Fino all’XI secolo era dedicato a Maria, ma nel 1148

lunedì 9 ottobre 2017

La finestra sulla Mediolanum imperiale



Testa di Massimiano
Il 285 d.C. è un grande anno per Mediolanum. Dopo i tempi difficili della crisi del III secolo, in cui qualsiasi generale poteva essere eletto imperatore dalle proprie legioni, i pretoriani facevano e disfavano Cesari e c’erano continui tentativi di secessione di intere province, arriva nel 284 un nuovo e deciso sovrano: Diocleziano. L’anno successivo l'imperatore decide che, per meglio amministrare l’enorme e sconvolto territorio romano, è necessario associarsi un uomo di fiducia. Questi è Massimiano, che gestirà la metà occidentale dell’impero da Milano (maggiormente vicina ai confini da difendere); Diocleziano si concentrerà sull’oriente da Nicomedia, lontana dall’ormai debole senato di Roma. Massimiano comincia enormi lavori per rendere Milano una residenza degna di lui: amplia le terme costruite da Commodo, fa edificare un enorme circo per le corse di cavalli, dà inizio ai lavori per il complesso del palazzo imperiale ed espande la cinta muraria per inglobare questi nuovi monumenti. In un angolo di città fra corso Magenta e

venerdì 25 agosto 2017

Un po' di Milano a Parigi



Approfittando delle vacanze per fare un giro a Parigi, ecco qualche sorpresa che la nostra città ha in comune con la Ville Lumière.
Ovviamente non si può saltare il museo del Louvre durante la visita, ma vale la pena fare un salto nella chiesa gotica di Saint-Germain-l’Auxerrois (proprio di fronte all’ingresso del palazzo stesso), dalla quale iniziò il 23 agosto 1572 la terribile notte di san Bartolomeo: qui in una vetrata è raffigurato il popolare santo meneghino Carlo Borromeo. La duchessa Dorotea di Dino volle la

venerdì 30 giugno 2017

Le caseforti di Milano



Sebbene non sia turrita quanto San Gimignano o Bologna, è ancora possibile imbattersi a Milano nelle dimore fortificate così tipiche del medioevo italiano. Le faide tra famiglie certo non mancavano, quindi chi poteva non disdegnava avere un palazzo con tanto di torre per sorvegliare il vicinato ed eventualmente rifugiarvisi in caso di attacco; potevano però avere anche scopo estetico o semplicemente sfruttare gli spazi in verticale, preziosi in una città densamente abitata.

Quelle che rimangono oggi sono abbastanza localizzate, ma le casetorri erano sparpagliate un po’ per tutta la città. Non parlerò in questo post delle abitazioni costruite dentro alle torri delle porte medievali abbandonate né di quelle erette dal governo o ancora di quelle a scopo non difensivo (come i belvederi). La prima che incontreremo oggi è casa Moriggi, in ristrutturazione e di gran lunga quella meglio conservata assieme al proprio palazzo; la torre è bassomedievale e fu accorpata solo nel Trecento all’eclettico insieme di edifici che ora compongono palazzo Moriggi. Il complesso in

domenica 21 maggio 2017

Una cittadella borromea


Quando si sta al centro delle Cinque Vie, se si guarda il palazzo marroncino della BPS si nota sopra al quarto arco un piccolo stemma con inscritta la parola humilitas, che ci fa iniziare il viaggio nel mondo dei Borromeo a Milano.

Procedendo lungo via Santa Maria Podone si ha sulla sinistra la casa dello scrittore dialettale Gaetano Crespi (si noti la targa in milanese, l’unica in città) e presto si arriva a lato della chiesa di Santa Maria Podone; questa chiesa trae il nome da Verolfo “Pedone”, il proprietario franco del terreno che vuole la costruzione della prima chiesetta. Nel Quattrocento Vitaliano Borromeo acquista gran parte dell’area circostante, fa demolire diverse case per creare l’attuale piazza e riesce ad ottenere il patronato sulla chiesa che fa restaurare ed ampliare con varie cappelle. Purtroppo non è possibile

La famiglia Borromeo



L'intricato stemma dei Borromeo Arese

Non posso parlare della prossima visita senza prima presentare i protagonisti che hanno costruito quella parte di Milano: i Borromeo.

Questi erano banchieri e mercanti toscani che si trasferirono nella seconda metà del Trecento in Norditalia, dove l’ultimo Visconti, Filippo Maria, nominò nel 1445 Vitaliano conte di Arona (oggi sul Lago Maggiore ma all’epoca parte del ducato milanese). Vitaliano contribuì, alla morte del Visconti due anni dopo, a proclamare il ritorno al regime comunale con l’Aurea Repubblica Ambrosiana e ne divenne uno dei capitani, pur sostenendo in seguito il condottiero Francesco Sforza che, essendo sposato con la figlia illegittima del defunto duca, decise di rivendicare il ducato. Il figlio di Vitaliano, Filippo, si vide confermare nel 1450 tutti i titoli e le proprietà dal nuovo duca. Col tempo i

lunedì 20 marzo 2017

Le testimonianze delle Cinque Giornate



Questa settimana è stata ben impegnata dai festeggiamenti cittadini; dopo il Tredesin de Marz lunedì, dal 18 al 22 si festeggiano le Cinque Giornate di Milano: la fase lombarda della Primavera dei popoli del 1848.
 
Dato che l’anno prossimo ricorre il centosettantenario, mi occuperò principalmente in quell’occasione dei fatti storici e dei personaggi; oggi andremo in giro per la nostra città e vedremo quali tracce e ricordi rimangono di quei giorni di combattimenti e breve libertà dalla dominazione austriaca. Cominciamo da corso Vittorio Emanuele; camminando verso piazza San Babila, sull’ultimo edificio alla sinistra (il numero 13) si nota una vecchia statua. In realtà è ben più che

lunedì 13 marzo 2017

El Tredesin de Marz



Oggi si festeggia l’inizio della predicazione dell’apostolo san Barnaba, quel compagno di san Paolo che portò il cristianesimo a Milano nel lontano 13 marzo del 51.
 
La leggenda racconta che egli avesse conficcato il suo bastone a forma di croce in una pietra tonda posta all’epoca in quelli che oggi sono i Giardini di Porta Venezia e attorno alla quale sant’Ambrogio eresse nel IV secolo la basilica di San Dionigi. La basilica venne purtroppo demolita nel Settecento, ma l'oggetto fu trasferito a Santa Maria al Paradiso dove è visibile ancora oggi. Questa è una pietra in tutto simile ad una macina e presenta tredici linee (legate forse alla data) che si irradiano dal foro centrale nel quale si pianta

martedì 28 febbraio 2017

La vecchia Milano: via Bagnera e le Cinque Vie



Via Bagnera
Usciti dalla chiesa di San Giorgio, è ora di andare a visitare la Milano che precedeva gli sventramenti urbani iniziati nell’Ottocento. Questa è una città di viuzze, caseggiati stretti fra di loro, poco verde e una certa sovrabbondanza di chiesette.
 
All’angolo nordovest di Piazza San Giorgio inizia via Bagnera, il più stretto vicolo di questa zona (anche se, con mia somma sorpresa, ho visto un furgoncino compiere l’improbabile attraversamento). Proprio qui aveva il suo magazzino Antonio Boggia, il “mostro di stretta Bagnera” (dall’antico nome del vicolo); costui si era trasferito a Milano e aveva infine preso residenza nel 1831 in un appartamento nella vicina via Nerino, di proprietà di Ester Perrocchio (che abitava poco lontano, in via Santa Marta). Quando nel 1859 costei sparì, il figlio Giovanni Maurier

lunedì 20 febbraio 2017

Le palme di Piazza Duomo


Per quanto strano possa sembrare, le palme recentemente piantumate nell’aiuola di Piazza del Duomo (a cui si aggiungeranno dei banani) non sono una così grande novità: altre palme esistevano nella stessa posizione pochi anni prima che la monumentale statua equestre di Vittorio Emanuele II facesse la sua comparsa nel 1896 e, quando questa era ancora decorata con un po’ di verde, era circondata da altre piccole palme. Il XXI è il terzo secolo consecutivo in cui questa tipologia di alberi fa mostra di sé nella

giovedì 9 febbraio 2017

San Giorgio al Palazzo: una sede del potere



Passeggiando lungo via Torino si incontra quella riuscitissima combinazione di barocco e neoclassicismo che è la chiesa di San Giorgio al Palazzo.


La leggenda vuole che il primo nucleo fosse stato fondato dal vescovo Anatalone sopra un vecchio tempio di Mercurio, nei pressi del palazzo imperiale (a cui si riferisce il nome attuale della chiesa), ma la storia racconta che fu san Natale a metà dell’VIII secolo a creare la prima chiesa. L’edificio

venerdì 3 febbraio 2017

Il caso dei facchini a Milano



L'arca di sant'Aquilino
Se nell’ultimo post abbiamo parlato dell’origine romana della cappella di sant'Aquilino, questa volta ricorderemo che il santo a cui la cappella è dedicata è anche il patrono dei facchini.

All’inizio dell’XI secolo questo canonico tedesco fu trafitto alla gola da alcuni catari, contro i quali aveva l’abitudine di predicare; il martire fu ritrovato in una roggia da un gruppo di facchini, che lo portarono con un corteo guidato dall’arcivescovo nella cappella, che all’epoca era dedicata a san Genesio. Da quel giorno il santo è patrono dei facchini e il 29 gennaio (giorno dedicato al santo) si organizzava la processione patrocinata dalla corporazione facchini della Balla; questa partiva dalla scomparsa Sant’Ambrogio alla Palla (in via san Maurilio, dove era stato trovato il corpo) e giungeva a San Lorenzo, dove era offerto un otre d’olio per

martedì 17 gennaio 2017

L'anfiteatro e la San Lorenzo romana



Chi non conosce le Colonne di San Lorenzo? Sono uno dei monumenti più antichi ancora in loco a Milano, ma non certo l’unico nel quartiere di Porta Ticinese. Chi sa invece dove sono l’anfiteatro romano e la cappella di Sant’Aquilino?
L’arena (in, beh, via Arena, ma si accede dall’antiquarium di via De Amicis) risale alla prima metà del I secolo d.C. e sorgeva poco fuori dalle mura di Mediolanum per evitare che il traffico e gli schiamazzi recassero eccessivo disturbo alla città. Secondo le ricostruzioni doveva essere la più grande d’Italia dopo il Colosseo e quella di Capua, ma oggi è davvero difficile notarlo. In origine misurava poco meno di

domenica 1 gennaio 2017

Le prime foto a colori del duomo



Per cominciare bene il nuovo anno ecco alcune delle primissime fotografie a colori scattate in città, che compiono la bellezza di 111 anni.
 
Giustamente rappresentano le terrazze del duomo e sono opera del russo Sergej Prokudin-Gorskij, pioniere della fotografia a colori che visitò Milano nell’estate del 1906. I negativi sono conservati nella Biblioteca del Congresso a Washington D.C.