Quest’anno si festeggia il decennale della mostra natalizia di
arte a Palazzo Marino con la Pala Gozzi di Ancona. Lavoro di Tiziano, la pala
raffigura il committente Alvise Gozzi che contempla con san Francesco e san
Biagio la Madonna in gloria. Gozzi era un facoltoso mercante di Ragusa (oggi
Dubrovnik) che faceva affari ad Ancona e alla quale dona la pala dopo aver fatto
ristrutturare San Francesco ad Alto; Tiziano dipinge l’opera nel 1520 e non
esita a raffigurare sullo sfondo la sua Venezia, che forma così una
triade delle repubbliche marinare dell’Adriatico: Ragusa (con il patrono san
Biagio), Ancona (con l’eponimo della chiesa di San Francesco ad Alto) e Venezia
stessa. È
bello poter vedere anche il retro della pala, in quanto vi sono diverse
caricature
domenica 31 dicembre 2017
I tesori del Centro Italia in mostra per la fine dell'anno
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venerdì 22 dicembre 2017
L'impronta dei Medici a Milano
Cappella dei Magi, corteo con Medici e Sforza |
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venerdì 15 dicembre 2017
Le citazioni artistiche di San Maurizio
Oltre ad essere bella, la chiesa di San Maurizio è
anche l’interessante scrigno dei gusti del Cinquecento; se Bernardino Luini è
un leonardesco, suo figlio Aurelio aggiunge a questo un gusto manierista e
fiammingo, mentre Simone Peterzano introduce le idee di Tiziano a Milano.
Gli artisti riprendono o omaggiano vari maestri dell’epoca
in molti punti di San Maurizio; Aurelio Luini raffigura ai lati della cappella
Bentivoglio sinistra gli apostoli del Cenacolo Vinciano, con la loro
inconfondibile gestualità.
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lunedì 20 novembre 2017
La Sistina di Milano: San Maurizio al Monastero Maggiore (2/2)
È difficile non restare a bocca aperta entrando a San
Maurizio: non c’è centimetro quadrato dell’edificio che non sia affrescato eccetto
dove il Nirone, che scorre sotto la chiesa, ha fatto scrostare le pareti.
Questi affreschi, oltre ad essere belli, ci parlano dei potenti individui
dell’epoca e dei virtuosi pittori che erano apprezzati nella Milano
cinquecentesca.
Ai lati della porta si innalzano gli affreschi dell’ultima
campagna pittorica originaria del 1573, per mano di Simone Peterzano (allievo
di Tiziano e maestro di Caravaggio). È curioso il contrasto delle scene, in
quanto sulla metà a
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lunedì 6 novembre 2017
Bianca Maria Scapardone, una femme fatale rinascimentale
Santa Caterina o la contessa di Challant |
Questa era nata attorno al 1500 nel Monferrato da una ricca
famiglia e si era sposata giovanissima con Ermes Visconti, membro di un ramo
cadetto della dinastia; si trasferisce perciò a Milano, dove entra con
grandissimo sfarzo in una carrozza dorata dono del cognato Francesco. È
straordinariamente bella e vivace (in più il padre muore pochi mesi dopo,
lasciandole un patrimonio ancora più
martedì 31 ottobre 2017
La Sistina di Milano: San Maurizio al Monastero Maggiore (1/2)
Pianta ottocentesca del monastero |
Iniziamo con la storia, per dare un po’ di contesto. L’area
dove sorge il monastero almeno dall’VIII secolo era occupata pochi secoli prima
dai carceres dell’antico circo
romano, di cui ricicla una torre per il campanile mentre un’altra torre della
cinta muraria diventa una cappella. Fino all’XI secolo era dedicato a Maria, ma
nel 1148
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lunedì 9 ottobre 2017
La finestra sulla Mediolanum imperiale
Testa di Massimiano |
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venerdì 25 agosto 2017
Un po' di Milano a Parigi
Approfittando delle vacanze per fare un giro a Parigi, ecco
qualche sorpresa che la nostra città ha in comune con la Ville Lumière.
Ovviamente non si può saltare il museo del Louvre durante
la visita, ma vale la pena fare un salto nella chiesa gotica di Saint-Germain-l’Auxerrois
(proprio di fronte all’ingresso del palazzo stesso), dalla quale iniziò il
23 agosto 1572 la terribile notte di san Bartolomeo: qui in una vetrata è
raffigurato il popolare santo meneghino Carlo Borromeo. La duchessa Dorotea di
Dino volle la
venerdì 30 giugno 2017
Le caseforti di Milano
Sebbene non sia turrita quanto San Gimignano o Bologna, è ancora
possibile imbattersi a Milano nelle dimore fortificate così tipiche del
medioevo italiano. Le faide tra famiglie certo non mancavano, quindi chi poteva
non disdegnava avere un palazzo con tanto di torre per sorvegliare il vicinato
ed eventualmente rifugiarvisi in caso di attacco; potevano però avere anche
scopo estetico o semplicemente sfruttare gli spazi in verticale, preziosi in
una città densamente abitata.
Quelle che rimangono oggi sono abbastanza localizzate, ma le
casetorri erano sparpagliate un po’ per tutta la città. Non parlerò in questo
post delle abitazioni costruite dentro alle torri delle porte medievali
abbandonate né di quelle erette dal governo o ancora di quelle a scopo non
difensivo (come i belvederi). La prima che incontreremo oggi è casa Moriggi, in
ristrutturazione e di gran lunga quella meglio conservata assieme al proprio
palazzo; la torre è bassomedievale e fu accorpata solo nel Trecento
all’eclettico insieme di edifici che ora compongono palazzo Moriggi. Il
complesso in
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domenica 21 maggio 2017
Una cittadella borromea
Quando si sta al centro delle Cinque Vie, se si guarda il palazzo marroncino della BPS si nota sopra al quarto arco un piccolo stemma con inscritta la parola humilitas, che ci fa iniziare il viaggio nel mondo dei Borromeo a Milano.
Procedendo lungo via Santa Maria Podone si ha sulla sinistra la casa dello scrittore dialettale Gaetano Crespi (si noti la targa in milanese, l’unica in città) e presto si arriva a lato della chiesa di Santa Maria Podone; questa chiesa trae il nome da Verolfo “Pedone”, il proprietario franco del terreno che vuole la costruzione della prima chiesetta. Nel Quattrocento Vitaliano Borromeo acquista gran parte dell’area circostante, fa demolire diverse case per creare l’attuale piazza e riesce ad ottenere il patronato sulla chiesa che fa restaurare ed ampliare con varie cappelle. Purtroppo non è possibile
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La famiglia Borromeo
L'intricato stemma dei Borromeo Arese |
Non posso parlare della prossima visita senza prima
presentare i protagonisti che hanno costruito quella parte di Milano: i
Borromeo.
Questi erano banchieri e mercanti toscani che si trasferirono nella seconda metà del Trecento in Norditalia, dove l’ultimo Visconti, Filippo Maria, nominò nel 1445 Vitaliano conte di Arona (oggi sul Lago Maggiore ma all’epoca parte del ducato milanese). Vitaliano contribuì, alla morte del Visconti due anni dopo, a proclamare il ritorno al regime comunale con l’Aurea Repubblica Ambrosiana e ne divenne uno dei capitani, pur sostenendo in seguito il condottiero Francesco Sforza che, essendo sposato con la figlia illegittima del defunto duca, decise di rivendicare il ducato. Il figlio di Vitaliano, Filippo, si vide confermare nel 1450 tutti i titoli e le proprietà dal nuovo duca. Col tempo i
lunedì 20 marzo 2017
Le testimonianze delle Cinque Giornate
Questa settimana è stata ben impegnata dai festeggiamenti
cittadini; dopo il Tredesin de Marz
lunedì, dal 18 al 22 si festeggiano le Cinque Giornate di Milano: la fase
lombarda della Primavera dei popoli del 1848.
Dato che l’anno prossimo ricorre
il centosettantenario, mi occuperò principalmente in quell’occasione dei fatti
storici e dei personaggi; oggi andremo in giro per la nostra città e vedremo
quali tracce e ricordi rimangono di quei giorni di combattimenti e breve
libertà dalla dominazione austriaca. Cominciamo da corso Vittorio Emanuele;
camminando verso piazza San Babila, sull’ultimo edificio alla sinistra (il
numero 13) si nota una vecchia statua. In realtà è ben più che
lunedì 13 marzo 2017
El Tredesin de Marz
Oggi si festeggia l’inizio della predicazione dell’apostolo san Barnaba,
quel compagno di san Paolo che portò il cristianesimo a Milano nel lontano 13
marzo del 51.
La leggenda racconta che egli avesse conficcato il suo bastone a
forma di croce in una pietra tonda posta all’epoca in quelli che oggi sono i Giardini di Porta
Venezia e attorno alla quale sant’Ambrogio eresse nel IV secolo la basilica di
San Dionigi. La basilica venne purtroppo demolita nel Settecento, ma l'oggetto fu trasferito a Santa Maria al Paradiso
dove è visibile ancora oggi. Questa è una pietra in tutto simile ad una macina
e presenta tredici linee (legate forse alla data) che si irradiano dal
foro centrale nel quale si pianta
martedì 28 febbraio 2017
La vecchia Milano: via Bagnera e le Cinque Vie
Via Bagnera |
Usciti dalla chiesa di San Giorgio, è ora di andare a
visitare la Milano che precedeva gli sventramenti urbani iniziati
nell’Ottocento. Questa è una città di viuzze, caseggiati stretti fra di loro,
poco verde e una certa sovrabbondanza di chiesette.
All’angolo nordovest di
Piazza San Giorgio inizia via Bagnera, il più stretto vicolo di questa zona
(anche se, con mia somma sorpresa, ho visto un furgoncino compiere
l’improbabile attraversamento). Proprio qui aveva il suo magazzino Antonio
Boggia, il “mostro di stretta Bagnera” (dall’antico nome del vicolo); costui si
era trasferito a Milano e aveva infine preso residenza nel 1831 in un
appartamento nella vicina via Nerino, di proprietà di Ester Perrocchio (che
abitava poco lontano, in via Santa Marta). Quando nel 1859 costei sparì, il
figlio Giovanni Maurier
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lunedì 20 febbraio 2017
Le palme di Piazza Duomo
Per quanto strano possa sembrare, le palme recentemente piantumate nell’aiuola di Piazza del Duomo (a cui si aggiungeranno dei banani) non sono una così grande novità: altre palme esistevano nella stessa posizione pochi anni prima che la monumentale statua equestre di Vittorio Emanuele II facesse la sua comparsa nel 1896 e, quando questa era ancora decorata con un po’ di verde, era circondata da altre piccole palme. Il XXI è il terzo secolo consecutivo in cui questa tipologia di alberi fa mostra di sé nella
giovedì 9 febbraio 2017
San Giorgio al Palazzo: una sede del potere
Passeggiando lungo via Torino si incontra quella
riuscitissima combinazione di barocco e neoclassicismo che è la chiesa di San
Giorgio al Palazzo.
La leggenda vuole che il primo nucleo fosse stato fondato dal vescovo Anatalone sopra un vecchio tempio di Mercurio, nei pressi del palazzo imperiale (a cui si riferisce il nome attuale della chiesa), ma la storia racconta che fu san Natale a metà dell’VIII secolo a creare la prima chiesa. L’edificio
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venerdì 3 febbraio 2017
Il caso dei facchini a Milano
L'arca di sant'Aquilino |
All’inizio dell’XI secolo questo canonico tedesco fu trafitto alla gola da alcuni catari, contro i quali aveva l’abitudine di predicare; il martire fu ritrovato in una roggia da un gruppo di facchini, che lo portarono con un corteo guidato dall’arcivescovo nella cappella, che all’epoca era dedicata a san Genesio. Da quel giorno il santo è patrono dei facchini e il 29 gennaio (giorno dedicato al santo) si organizzava la processione patrocinata dalla corporazione facchini della Balla; questa partiva dalla scomparsa Sant’Ambrogio alla Palla (in via san Maurilio, dove era stato trovato il corpo) e giungeva a San Lorenzo, dove era offerto un otre d’olio per
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martedì 17 gennaio 2017
L'anfiteatro e la San Lorenzo romana
Chi non
conosce le Colonne di San Lorenzo? Sono uno dei monumenti più antichi ancora in
loco a Milano, ma non certo l’unico nel quartiere di Porta Ticinese. Chi sa
invece dove sono l’anfiteatro romano e la cappella di Sant’Aquilino?
L’arena
(in, beh, via Arena, ma si accede dall’antiquarium di via De Amicis) risale
alla prima metà del I secolo d.C. e sorgeva poco fuori dalle mura di Mediolanum
per evitare che il traffico e gli schiamazzi recassero eccessivo disturbo alla
città. Secondo le ricostruzioni doveva essere la più grande d’Italia dopo il
Colosseo e quella di Capua, ma oggi è davvero difficile notarlo. In origine
misurava poco meno di
domenica 1 gennaio 2017
Le prime foto a colori del duomo
Per
cominciare bene il nuovo anno ecco alcune delle primissime fotografie a colori
scattate in città, che compiono la bellezza di 111 anni.
Giustamente rappresentano le
terrazze del duomo e sono opera del russo Sergej Prokudin-Gorskij, pioniere
della fotografia a colori che visitò Milano nell’estate del 1906. I negativi
sono conservati nella Biblioteca del Congresso a Washington D.C.
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